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Giovani menti: esperienze di partecipazione e cittadinanza attiva. Printable Version PRINTABLE VERSION
by Tommaso Panajoli e Ivan Gidiuli, Jun 19, 2007
Media , Global Citizenship   Opinions

  

Giovani menti: esperienze di partecipazione e cittadinanza attiva.
E la rappresentanza?

Rimarrebbero da discutere le tante altre esperienze e soluzioni presenti al Meeting di Urbino. Ma sarebbe troppo lungo presentarle tutte. E’ proprio in alcune di queste storie che si gioca il vero nodo dell’attualità: la crisi della rappresentanza politica. Abbiamo conosciuto al Meeting diverse iniziative e risposte istituzionali al problema della rappresentanza, nello specifico, delle nuove generazioni: consigli comunali e provinciali, consulte, addirittura interi parlamenti. Qualche nome e cognome? In Lazio ad esempio sono nati diversi consigli comunali dei giovani, a Urbino erano presenti quelli di Norma. La novità importante di queste esperienze è la vera elezione da parte dei ragazzi dei propri rappresentanti e l’obbligo che hanno le amministrazioni di consultare e passare per questi organi rappresentativi. Un’altro esempio? Lo Scottish Youth Parliament (www.scottishyouthparliament.org.uk), un intero parlamento di giovani in Scozia, che si batte per la partecipazione alla politica e per tante campagne collaterali, una tra le tante, vinta, contro il fumo. Queste soluzioni istituzionali al problema della cittadinanza attiva e della rappresentanza, sollevano diversi interrogativi, emersi anche nelle giornate dei lavori a Urbino. Sono un ibrido tra un’iniziativa dal basso e una soluzione politica e istituzionale dall’alto. Molti esperti e osservatori guardano queste esperienze criticamente, mettendo in questione l’atteggiamento con cui la classe e il sistema politico ricorrono a queste formule di coinvolgimento: se non per fini elettorali, consigli e consulte potrebbero essere comunque degli spazi artificiali che in qualche modo ostacolano o controllano la vera partecipazione, arrivando addirittura a ritardare il ricambio generazionale nelle file della rappresentanza politica. Questi organi istituzionali nascono dalle pretese, proposte e esigenze delle giovani generazioni, grazie alle autonome amministrazioni locali che ne formalizzano l’impegno e le richieste, mostrando comunque di avvertire l’esigenza di creare nuovi legami con la gente e soprattutto con i ragazzi, questa risorsa “incerta” ma innovativa.



Idee a confronto: l’esperienza del workshop.

Sedersi attorno ad un tavolo per confrontare le proprie idee, potrebbe divenire una cura per una democrazia ammalata?

Se partiamo dalla premessa che l’interagire tra gli esseri umani è alla base della vita civile e di conseguenza di ogni forma di società, e che una spinta dal basso che abbia la forza di giungere fino al potere nei ruoli gestionali, sia il motore stesso di una democrazia funzionante e perfettibile attraverso una continua revisione di se stessa, dovremmo soffermarci e ragionare su ciò che è avvenuto durante l’esperienza del Meeting internazionale “Ci siamo” sulle politiche giovanili, che si è svolto ad Urbino nei giorni 9-12 maggio.
Questo ha visto coinvolti esponenti dell’attivismo giovane provenienti da tutta Europa, ed è risultato essere un ottimo banco di prova per verificare la validità e l’importanza di un tale movimento che può essere riassunto con un unico termine: “Futuro”.
All’interno del meeting sono stati
allestiti, tra le numerose attività, tre “workshops” (alla lettera “officine”) che sono risultati un bacino inesauribile d’idee e visto il grande numero di partecipanti e l’alto valore dei contenuti emersi, una scelta vincente. I tre gruppi di lavoro hanno messo in relazione realtà che difficilmente si sarebbero potute incontrare, (ad esempio chi usufruisce dei centri d’aggregazione giovanile con gli addetti ai lavori delle associazioni stesse) per un confronto dal quale trarre un risultato omogeneo e costruttivo. Tutti i contenuti proposti sono stati sviluppati e programmati attraverso le figure dei mediatori, che nel dettaglio hanno tentato di tirare le fila di un discorso ampio e di grande interesse. I workshop, suddivisi in tre grandi categorie concettuali, si proponevano il fine di coinvolgere attivamente un numero consistente di ragazzi che, collaborando fra loro, facessero emergere tematiche sensibili in merito all’individualità ed alla collettività di cui sono parte.
Ciò che è emerso dai contenuti proposti è qui sotto elencato suddiviso nelle tre aree tematiche.

Cittadinanza e politica: innovazione nella politica, ricambio generazionale e rappresentanza.

I giovani sono diventati una “generazione invisibile” all’interno dello scenario politico italiano? Al problema, posto dal Prof. Francesco Ramella, sono state date due chiavi interpretative, ossia se la responsabilità è da attribuire agli anziani, barricati nelle loro sedi istituzionali, oppure ai giovani, che non esercitano alcuna pressione per inserirsi nel panorama politico. Divisi in due gruppi i ragazzi hanno analizzato le due prospettive, da cui sono emerse soluzioni differenti: una potrebbe essere quella di offrire maggiori opportunità sul piano istituzionale, ad esempio abbassando a sedici l’età dell’elettorato per favorire la giovane rappresentanza e stimolare l’interesse; un’altra la creazione di un “bollino verde” che riconosca l’impegno dei comuni che prediligono l’assunzione di nuove leve; ancora, quella dell’impegno sociale, per far si che i giovani acquisiscano una formazione che li renda partecipi alla vita pubblica e capaci di ricoprire cariche politiche sin dalla scuola media. Importante sarebbe anche la costituzione di una giunta giovanile elettiva che copra ruoli rappresentativi in ogni consiglio comunale.







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